La Sala dei modellini contiene sette esemplari realizzati da Carlo Brignola, per il progetto museale originario, che illustrano la storia della navigazione interna in Italia centrale attraverso i secoli come la monossila del Caolino (Sasso di Furbara, Cerveteri, meta’ VIII sec.a.C.), nave F del porto di Pisa (fine II secolo), monossila del Trasimeno (XIII secolo), due barche tradizionali di Piediluco (XIII-XIV secolo), monossila delle paludi Pontine (XIX-XX secolo) e la barca del Tevere (XIX-XX secolo).
Dal 2019 il Museo ha acquisito le riproduzioni navali donate da Marco Bonino uno dei più autorevoli studiosi di archeologia e architettura navale. Si tratta di esemplari in scala di una tipica imbarcazione sarda, Fassone dello stagno di Cabras, di un carabus, barca di vimini rivestita di pelli di età romana, proveniente dalla zona del delta del Po, di tre piroghe monossile piemontesi da Mercurago, sul Lago Maggiore, monossila di Angera (VA) e la monossila dal lago di Bertignano (TO), di cui gli originali sono conservati in diversi musei (museo civico di Como, museo civico di Varese e presso la famiglia Borghi a Varano). Si puo’ vedere anche un traghetto del Po di Faule. L’arco cronologico di tutti i modellini e’ compreso tra l’età del Ferro e l’età storica.
La collezione si chiude con un modellino di barca cicladica (III millennio a.C.) riprodotta prendendo spunto da modellini di terracotta provenienti da Palaikastro e Mochlos (Creta) che rappresenta la fusione tra la monossila, che costituisce il fondo della barca, e le sponde fatte di tavole quindi una sorta di anello di congiunzione tra le due differenti tecnologie di costruzione navale.
Nella stessa sala e’ esposto il carico di un relitto che trasportava materiale da costruzione (soprattutto tegole e coppi), ritrovato a Punta Zingara sull’isola Bisentina, di cui si trova la scheda descrittiva sotto il nome: “Il relitto delle tegole di Punta Zingara”.